Le infezioni da Clostridioides difficile (CDI) sono una delle principali cause di decessi nosocomiali1.
Questo batterio Gram-positivo infetta l’intestino umano causando potenzialmente diarrea letale, ed è stato classificato come una “minaccia urgente” dal CDC degli Stati Uniti, oltre a essere sotto sorveglianza a livello europeo e italiano1.
La CDI è una malattia mediata dal microbioma: le alterazioni nel microbioma intestinale sono fondamentali per lo sviluppo della CDI, mentre il ripristino della diversità e dell’abbondanza batterica è essenziale per la guarigione1.
La disbiosi, come quella scatenata dall’assunzione di antibiotici ad ampio spettro, è un precursore dell’infezione e la sua persistenza porta spesso a recidive della malattia1.
Nonostante i progressi nelle strategie terapeutiche, la CDI continua a rappresentare una sfida per i medici di tutto il mondo: oltre alla gestione di rari casi di colite fulminante, che comportano un alto rischio di mortalità, il compito più difficile è prevenire le infezioni ricorrenti1.